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Cataratta

Cataratta: cos’è e come si tratta?

La cataratta è l’opacizzazione del cristallino con conseguente riduzione progressiva della vista. Il cristallino è una lente trasparente posta dietro l’iride (la parte colorata dell’occhio), ha una forma biconvessa, nell’età adulta le dimensioni sono di circa 9 mm di diametro e 3.5 mm di spessore. Ha la funzione di mettere a fuoco le immagini sulla retina mediante cambiamenti della sua curvatura.

Con il passare degli anni si ha un progressivo aumento delle dimensioni, un progressivo indurimento e una progressiva opacizzazione del cristallino. L’indurimento del cristallino determina una riduzione della capacità del cristallino di cambiare la sua curvatura per mettere a fuoco le immagini nella visione da vicino, determinando quindi una progressiva diminuzione della visione da vicino, definita presbiopia. Il progressivo aumento delle dimensioni può portare all’insorgenza della miopia. La progressiva opacizzazione del cristallino porta alla cataratta.

La cataratta avanza gradualmente con gli anni. La velocità con cui si sviluppa è diversa da persona a persona e tra i due occhi della stessa persona, pertanto non è prevedibile.

La cataratta insorge generalmente dopo i 65 anni, alcuni fattori possono determinarne uno sviluppo precoce, alcuni di questi fattori sono:

  • una predisposizione ereditaria;
  • malattie dell’occhio;
  • malattie sistemiche, come il diabete;
  • l’assunzione cronica di alcuni farmaci, come i cortisonici;
  • l’esposizione prolungata e non protetta ai raggi del sole;
  • i traumi.

Come vede una persona con la cataratta?

I principali disturbi visivi, causati dalla cataratta, comprendono:

  • riduzione della vista, il soggetto affetto da cataratta dice di vedere annebbiato.
  • ridotta percezione dei colori, che appaiono più giallognoli.
  • abbagliamento e visione doppia monoculare, perché i raggi luminosi non vengono più messi a fuoco in un unico punto sulla retina.
  • miopizzazione, a seguito dell’aumento delle dimensioni del cristallino si sviluppa una miopia che fa peggiorare la visione da lontano e migliorare quella da vicino.

Qual è il trattamento per la cataratta?

Il trattamento è chirurgico, non esistono medicinali, tuttavia alcune buone abitudini possono ritardarne lo sviluppo come proteggersi dalla luce solare eccessiva con occhiali da sole, che offrono una efficace barriera contro i raggi UV, mangiare frutta e verdura, perché contengono sostanze antiossidanti (in particolare mirtilli, carote, pomodori e frutta ricca di vitamina C), non fumare, non avere la glicemia alta, infine non eccedere, se non necessario, con terapie cortisoniche prolungate.

L’intervento chirurgico deve essere preso in considerazione quando la cataratta provoca un calo visivo che ostacola lo svolgimento delle attività di tutti i giorni, come lavorare, guidare, leggere, guardare la televisione, oppure quando c’è il rischio che possa determinare l’insorgenza di patologie oculari, come il glaucoma. Il paziente e l’oculista decidono insieme qual’è il momento più appropriato per l’intervento chirurgico.

Bisogna sottolineare l’importanza di non aspettare che la cataratta si indurisca molto, altrimenti l’intervento risulta più complesso ed aumentano i rischi chirurgici ed i tempi di recupero.

Se la cataratta non si opera nel giro di qualche anno progressivamente il cristallino si opacizza completamente fino a togliere completamente la visione. Questo purtroppo è quello che succede ancora in tanti paesi in via di sviluppo dove, non esistendo strutture medico sanitarie adeguate, la cataratta è ancora la prima causa di cecità.

L’intervento di cataratta è l’intervento più eseguito in medicina. In Italia, ogni anno oltre 500.000 persone si sottopongono a intervento chirurgico di cataratta. L’intervento ha un’alta percentuale di successo, nel 95% di questi interventi non si hanno complicanze, il miglioramento visivo dipende dalle condizioni in cui si trovano le altre strutture coinvolte nella visione (cornea, vitreo, retina, nervo ottico, vie ottiche cerebrali).

È comunque importante essere consapevoli che, come in tutti gli interventi chirurgici, possono insorgere complicanze durante e dopo l’intervento che nella maggior parte dei casi si riescono a gestire. La complicanza più frequente è l’opacizzazione della capsula naturale che contiene il cristallino artificiale, questa complicanza viene definita cataratta secondaria, insorge dopo un tempo variabile da mesi ad anni dall’intervento ed è facilmente trattabile in ambulatorio con il laser (Nd:YAG).

Prima di sottoporsi all’intervento di cataratta bisogna eseguire:

  • Visita oculistica completa,
  • Biometria, che è l’esame per calcolare il potere del cristallino da impiantare nell’occhio durante l’intervento,
  • Esami di laboratorio standard
  • ECG

Come viene fatto l’intervento di cataratta?

L’intervento di cataratta è un delicato intervento di microchirurgia che si effettua normalmente in anestesia topica, instillando delle gocce di anestetico, e non necessita di ricovero ospedaliero, dura circa 15 minuti e non è doloroso, il recupero visivo è rapido e progressivo già dal giorno successivo all’intervento.

La tecnica più utilizzata è la facoemulsificazione che, mediante l’utilizzo degli ultrasuoni, consente di effettuare l’intervento attraverso delle piccole incisioni che si eseguono nella parte periferiche della cornea. Lo strumento utilizzato è il facoemulsificatore, che è costituito da un manipolo che termina con un ago vuoto metallico di circa 1 mm di diametro, che viene inserito nell’occhio attraverso le microincisioni corneali e mediante dei movimenti oscillatori ad altissima frequenza (ultrasuoni), frantuma il cristallino e lo aspira. Dopo aver aspirato la cataratta si inserisce un cristallino artificiale per permettere la messa a fuoco delle immagini sulla retina. A fine intervento l’incisione corneale attraverso la quale viene inserito il facoemulsificatore può essere suturata oppure no.

Il cristallino artificiale può essere scelto in modo da correggere totalmente o parzialmente il difetto di rifrazione preesistente, bisogna precisare che non si ha mai la sicurezza matematica di avere la refrazione postoperatoria prevista, pur eseguendo i calcoli preoperatori in maniera corretta perchè i tessuti umani non sempre rispondono ai calcoli matematici. Il difetto refrattivo residuo potrà essere, eventualmente, corretto utilizzando il laser ad eccimeri.

Esistono diversi tipi di cristallini artificiali, possono essere monofocali, multifocali, accomodativi. I cristallini artificiali monofocali, non sono in grado di cambiare la messa a fuoco dell’occhio, pertanto permettono la messa a fuoco delle immagini di oggetti posti solo ad una determinata distanza, per mettere a fuoco oggetti posti a distanze diverse bisogna utilizzare gli occhiali. In altre parole si possono eliminare solo gli occhiali nella visione da lontano e portarli nella visione da vicino, oppure viceversa, si possono eliminare gli occhiali nella visione da vicino e portarli nella visione da lontano. Invece i cristallini multifocali ed accomodativi permettono una discreta visione senza occhiali da lontano e da vicino.

Le lenti multifocali creano all’interno dell’occhio dei punti focali multipli in modo da permettere una corretta visione a qualunque distanza, queste lenti vanno bene solo in soggetti selezionati, sono controindicate in soggetti con pupilla grande o con alte esigenze visive perchè determinano qualche difficoltà nella visione notturna e una lieve riduzione della sensibilità al contrasto; quindi sono sconsigliate nelle persone che guidano molto di sera.

Le lenti accomodative, sono lenti che spostandosi leggermente avanti ed indietro in seguito alla contrazione del muscolo ciliare durante l’accomodazione permettono una messa a fuoco parziale nella visione da vicino. Con queste lenti, poiché la messa a fuoco da vicino è parziale, nella visione da vicino prolungata si sente comunque il bisogno di utilizzare gli occhiali da vicino.

La scelta della lente intraoculare viene fatta in base alle caratteristiche oculari di ogni paziente ed alle sue abitudini di vita e condizioni di lavoro.

In conclusione, per non creare false aspettative, possiamo dire che ancora non esiste un cristallino artificiale perfetto come quello naturale che permetta di vedere bene a tutte le distanze. Quindi, è bene sottolineare che, anche quando si usano cristallini artificiali di ultima generazione, in alcune circostanze è ancora necessario utilizzare gli occhiali.

Cosa fare dopo intervento di cataratta?

Dopo l’intervento di cataratta l’occhio non deve essere compresso. La benda oculare va portata per 1-2 giorni, dopo di che è consigliabile utilizzare degli occhiali preferibilmente scuri per una settimana a scopo protettivo. Durante il sonno e per una settimana dovrà essere applicata un’apposita protezione in plastica. Il paziente potrà avvertire per 1 o 2 settimane diversi sintomi del tutto normali che gradualmente spariranno: come un lieve fastidio in zona oculare, eccessiva sensibilità alla luce, sensazione di corpo estraneo, un certo grado di arrossamento e lacrimazione. Possono comparire sensazioni visive di corpuscoli scuri vaganti e talvolta la tonalità della luce appare sull’azzurro/verde.

E’ possibile dedicarsi fin da subito alle normali attività giornaliere, evitando quelle più faticose. I pazienti che svolgono un lavoro sedentario possono riprenderlo dopo qualche giorno. Chi deve eseguire un lavoro manuale pesante può riprenderlo dopo due settimane.

La terapia postoperatoria va iniziato il giorno stesso dell’intervento ed eseguita per un mese circa, consiste nell’instillazione di colliri antibiotici ed anti-infiammatori, associati ad un antibiotico per via sistemica da assumere per alcuni giorni. Bisogna sottoporsi a visite post-operatorie, per verificare il miglioramento dell’occhio durante la convalescenza.

Quanto dura la convalescenza dopo intervento cataratta?

La guarigione e la stabilità definitiva della vista corrispondono alla completa cicatrizzazione delle ferite, che normalmente avviene entro 3 settimane. Dopo tale periodo possono essere prescritte le lenti definitive. In genere il paziente sottoposto ad intervento di cataratta necessita degli occhiali soprattutto per leggere, per lontano può essere necessaria una leggera correzione.

Non è vero che:

– la cataratta è una pellicola; la cataratta è l’opacizzazione del cristallino

– Prima di intervenire bisogna aspettare che la cataratta maturi; con le nuove tecniche è opportuno eseguire l’intervento prima che il cristallino diventi troppo duro ed opaco in modo da riduce i rischi e migliorare i risultati post operatori.

 Il cristallino artificiale deve essere sostituito dopo alcuni anni; il cristallino artificiale è definitivo.

– La cataratta può ritornare; la cataratta non ritorna, dopo mesi o anni dall’intervento può opacizzarsi la capsula del cristallino che viene lasciata durante l’intervento e che sorregge il cristallino artificiale, questa opacizzazione della capsula viene detta cataratta secondaria e viene trattata ambulatorialmente con un tipo di laser, chiamato YAG laser

Consigli

– Ai primi disturbi visivi consultare l’oculista, per stabilire l’esatta causa

– Non rinviare troppo l’intervento, altrimenti come già spiegato in precedenza, la cataratta si indurisce troppo, l’intervento è più difficile, l’occhio subisce un trauma chirurgico maggiore, i rischi legati all’intervento sono maggiore così come sono maggiori i tempi di recupero.

Scheda informativa intervento di cataratta